
Mi chiamo Mariapaola Allegri, sono appassionata di buone pratiche, ovvero di tutto ciò che mette l’essere umano in contatto con la Terra e i suoi abitanti, perché tutto è scuola, nel senso di “ambiente di apprendimento”, quando si è collegati alla propria nuvola.
Sì, ho detto nuvola, perché anch’io come te, sono in cammino su questa Terra e a volte, quando mi trovo nella fitta “foresta del dubbio” o in un particolare passaggio in salita, faccio fatica a vedere il cielo.
La consistenza leggera, soffice e multiforme della nuvola è una metafora che mi aiuta a ricordare che tutto è in movimento e a riconettermi alla mia fonte di creatività, leggerezza e umorismo.
Mi dedico con particolare entusiasmo a:
- bambini/ragazzi con problemi nel rendimento o nel comportamento scolastico e alla ricerca di esprimere i propri talenti e personalità in ambito sociale
- famiglie che necessitano di essere coinvolte in un percorso di continuità che raccoglie gli stimoli emersi nel lavoro con i figli
- donne senza figli o donne con vissuti “da nido vuoto”, che si sentono pronte per una fase di riprogrammazione
- bambini/ragazzi che vogliono imparare l’inglese divertendosi
Lo faccio perché vorrei aiutare i bambini a custodire ed alimentare la loro spinta vitale e dare loro tutti gli strumenti necessari per diventare adulti responsabili, liberi e consapevoli in grado di scegliere con coraggio e fiducia ad esprimersi in modo unico e irripetibile nella vita.
Così anche per i grandi, concedersi uno spazio libero per guardare il proprio presente ed aprirsi a nuove prospettive rimettendosi in gioco con creatività, può migliorare efficacemente la qualità della propria vita e anche di quella di chi ci sta intorno.
Tre cose che voglio dirti di me
Mi piace coltivare le verdure dell’orto, raccogliere la frutta dall’albero e trasformarla in vasetti di marmellata come Nonna Papera.
Mi piace cantare e suonare il flauto indiano nelle chiese vuote.
Da quando mi sono trasferita a vivere a Venezia, il mio udito (e non solo) si è potenziato e ora sento lo scandire dei passi, l’infrangersi delle onde sulla banchina e le conversazioni dei miei simili alle quali non manco mai di partecipare… silenziosamente.
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